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Perchè non è logico che Standard & Poor abbiano abbassato ora il rating dell’Italia

18 Gen 2012
Daniela F
Banche, Macroeconomia

Nei primi undici mesi del 2011 le entrate tributarie si sono attestate a quota 330,592 miliardi di euro, in crescita dell’1,1 % rispetto al corrispondente periodo del 2010.

Da quanto risulta dai dati diffusi dalla Banca d’Italia nel Supplemento al Bollettino Statistico dedicato alla Finanza pubblica.

Il debito pubblico italiano a novembre è sceso a 1.905,012 miliardi di euro, rispetto ai 1.909,1 di ottobre. Risulta dai dati diffusi dalla Banca d’Italia nel Supplemento al Bollettino statistico.

La seduta odierna si è conclusa positivamente per Piazza Affari, con l’indice Ftse Mib è salito del +0,69%, in linea con l’andamento dei listini europei, rassicurati dall’indice Zew sulle prospettive dell’economia tedesca e dall’esito dell’asta spagnola di titoli di Stato, oltre che dal buon andamento di Wall Street.

AABAR SPINGE UNICREDIT – Aabar, socio al 4,99% di Unicredit afferma di voler aumentare il proprio peso al 6,5%, notizia che mette le ali all’Unicredit del +2,8%, l’unica banca con Intesa (+0,72%) a concludere in rialzo. Pesanti invece il risultato per Bper in calo del 2,72%, e maglia nera nel Ftse Mib, per Bpm in calo del 2,35%, e Mediobanca in calo del 1%.

Intanto continuano a migliorare le quotazioni dei titoli di Stato italiani a breve: il rendimento pagato dai Btp italiani a due anni è sceso sotto il 4% per la prima volta da settembre. Lo spread pagato dai titoli biennali italiani rispetto a quelli tedeschi viaggia sotto i 400 punti base.

Ma il solo dato del bollettino della Banca d’Italia, è già da solo un punto di forza dell’Italia che S&P non ha valutato.

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Borsa, crisi, economia, italia, spread btp-bund, Unicredit



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