F2i, il fondo italiano gestito da Vito Gamberale, è già salito al 44,3% di Sea, la società che gestisce gli scali aeroportuali di Milano Malpensa e Linate, dopo avere acquisito all’asta il 14,56% in mano alla Provincia di Milano per 147 milioni. Tenendo presente che F2i deteneva già da un anno il 29,75% della società, adesso si trova alle spalle del Comune, che con oltre il 55% di quota rimane pur sempre l’azionista di maggioranza. Eppure, i rapporti di forza sono notevolmente cambiati, dopo il flop dell’IPO, che avrebbe dovuto tenersi a Piazza Affari il 6 dicembre scorso, con Palazzo Marino a quotare in borsa un suo 10%.
Proprio in vista di ulteriori sconvolgimenti nella compagine azionaria, Vito Gamberale smorza i toni delle polemiche con la giunta Pisapia e precisa che le tensioni tra lui e il Comune sarebbero solo distorsioni di stampa, mentre non esclude che il suo fondo possa propendere per ulteriori acquisizioni, qualora Palazzo Marino ritenesse necessario vendere, per ragioni economiche.
Ma dal Comune arriva una frenata alle ambizioni di Gamberale, con il sindaco Giuliano Pisapia e il direttore generale dell’amministrazione, Davide Corritore, per i quali non ci sarebbe stato alcun giudizio positivo da parte loro all’acquisizione da parte di F2i del 14,56% di Asam. E la giunta ricorda come sia ancora il Comune l’azionista di maggioranza assoluta, quasi a sfidare Gamberale.
Tuttavia, dopo il fallimento dell’IPO, la Provincia ha venduto lo stesso le sue azioni in Sea e anche il Comune di Milano potrebbe alla fine cedere il suo 10% all’asta. Gamberale ha evidenziato come non sarebbe stato opportuno lanciare un’Opa sulle azioni eventualmente quotate sul mercato, perché sarebbe risultato un atto ostile contro Palazzo Marino. Una dichiarazione distensiva, che molti leggono quale volontà del fondo di trattare amichevolmente la cessione della quota del socio di maggioranza.