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Antievasione: sbrighiamoci, in 7 anni e mezzo c’è la prescrizione!

21 Mar 2011
Daniela F
Notizie

I reati tributari si prescrivono dopo soli sette anni e mezzo da quando sono stati commessi. Dettagliamo: ai termini ordinari di sei anni previsti dalla Legge ex Cirelli, legge 251/2005, va aggiunto un quarto, cioè un anno e mezzo, in presenza di una causa interruttiva che, per le violazioni penali tributarie è rappresentata anche dal verbale di constatazione o dall’atto di accertamento.

Questi sono termini più ampi di quelli previsti per la decadenza dell’azione di accertamento in campo fiscale, di norma il 31 dicembre del quarto anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione, ma va considerato un aspetto importante. La prescrizione decorre da quando è stata commessa la violazione: presentazione della dichiarazione per i reati dichiarativi, momento di emissione della fattura o di occultamento dei documenti per i reati di emissione di fatture false e sottrazione o occultamento delle scritture contabili.

Questa è una causa di estinzione del reato e si fonda sul venir meno dell’interesse dello Stato a punire gli illeciti il cui ricordo si è affievolito con il tempo, garantendo anche all’imputato una durata ragionevole del processo. In pratica, in sette anni e mezzo dalla violazione penale tributaria, si deve arrivare a una sentenza definitiva.

Normalmente, però, il reato tributario di tipo dichiarativo non viene scoperto prima di due anni da quando è stato commesso, ovvero dalla presentazione dell’Unico, a causa della dinamica dei controlli e degli accertamenti. Questo significa dover concludere l’intero procedimento penale, dalle Indagini preliminari fino al giudizio di legittimità, nei successivi cinque anni e mezzo: circostanza non sempre facilmente realizzabile.

Inoltre, non sono pochi gli accertamenti delle Entrate notificati in prossimità del termine di decadenza dell’azione di accertamento e quindi dopo circa quattro anni da quando la dichiarazione è stata presentata. Ciò che comunque auspichiamo è che con i maggiori interventi dell’Agenzia delle Entrate, di Equitalia, e dell’INPS, che questi reati siano scoperti sempre in tempo per riuscire a far rientrare nelle casse dello Stato il presumibile mal tolto.

Fonte: Sole24Ore

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